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domenica 27 febbraio 2011

Gheddafi il benefattore.

C'è una certa sinistra che mi procura disagio. Da qualche giorno a questa parte si affanna a cercare di dimostrare che il massacro in corso in Libia è inesistente. A nulla valgono le esplicite minacce di Gheddafi, a nulla i reportage dei giornalisti lì presenti, a nulla l'arrivo in massa di scampati alla carneficina (perché scappano se si sta tanto bene in Libia?), a nulla l'oscuramento del web perpetrato dal regime con qualche fortunata falla su Twitter dove si possono leggere commenti paurosi. Sembra quasi di sentire i berlusconiani, in quest'appassionata difesa del dittatore, ma loro hanno una qualche ragione: non possono ammettere che il loro leader fosse amico di un tiranno. Che è successo, dunque, a questa sinistra? Quando e perché si è accorta che Gheddafi non può essere il mostro che, fino a ieri, dipingevano essi stessi? Finché il nostro Governo ha mantenuto una posizione colpevolmente titubante era un coro di "Vergogna!", poi è arrivato Obama. E da quel momento niente più è stato come prima. Sono gli USA ad avere ordito un complotto ai danni di quel benefattore dell'umanità intera con particolare predilezione per il suo stesso popolo. Chi l'ha detto? Gheddafi stesso. Ha anche aggiunto che Bin Laden ha drogato i rivoltosi e che il malocchio ha colpito la Libia, ma son quisquilie di fronte all'evidente colpa del nemico statunitense. Per una volta la destra trova un insperato alleato in questa sinistra. Quella, cioè, furba, che ha capito tutto, che nessuno può ingannare, altro che gli imbecilli come noi che crediamo che un dittatore rimanga tale sempre e sia sempre da condannare. Che dire? Trasferitevi in Libia ed andate ad assaporare un po' di vera libertà.

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