Sonia Alfano è un punto di riferimento per me e per chi la segue
politicamente da anni. E' una donna integra, chiara, semplice,
veramente e sinceramente interessata ai problemi del cittadino: lo so
perché è stata uno dei pochi politici che, senza fanfara, si è
mossa in aiuto di persone con disponibilità e senza alcun interesse
personale. Ciò fa di lei un unicum nello scenario del nostro Paese,
per il coraggio di assumere posizioni scomode e di portare avanti le
sue idee con fermezza ma con la capacità di mettersi in discussione
sempre. Ammiro Sonia da anni, ho sperato che portasse il suo impegno
(nella lotta alla mafia, in primis, e non solo in quanto figlia di
una vittima) nella politica italiana e ancor di più in quella
siciliana. L'intervista che segue è stata fatta per iscritto, quindi
non ho ribattuto a ciò che Sonia sostiene, lo faccio ora: non credo,
come lei, che davvero vi sia una lotta alla mafia strenua e forte in
questo momento (ho imparato da tempo che se la mafia tace non è
perché non esiste, ha solo trovato un accordo o lo sta proficuamente
cercando); nutro più di un dubbio sulla presa di posizione politica
di Ingroia, pur stimando il magistrato enormemente, e ciò mi rende
più scettica sul futuro dell'Italia. Ma questi sono appunto pensieri
miei, ciò che importa è sentire la voce di una grande donna (e
siciliana) con l'immutata stima nei suoi confronti per ciò che è
stata e ciò che sa essere.
1)
Iniziamo dalla Sicilia: come vedi l'affermazione di Crocetta? E'
davvero un segno di rinnovamento?
Sicuramente
Rosario Crocetta ha una storia e un approccio alla politica diversi
rispetto alla maggior parte dei politici che sono stati Presidenti
della nostra Regione. Quindi un cambiamento nel sentire dei
siciliani, senza dubbio, c’è stato.
2)
La lotta alla mafia sembra essersi arrestata: la tua voce contro
appare isolata. Perché non ti sei candidata alle regionali?
Non
credo che la lotta alla mafia si sia arrestata. E’ troppo generica
quest’affermazione. Di certo non tutte le Istituzioni hanno alzato
la guardia a sufficienza. A fronte di una magistratura e di forze
dell’ordine che ogni giorno hanno dovuto lottare anche contro
l’inadeguatezza del legislatore, buona parte della politica sembra
aver chiuso entrambi gli occhi: a volte per negligenza, altre volte
perché ha scelto di fare affari con la mafia. Ad ogni tornata
elettorale mi viene chiesto perché non mi candido. Non ritengo che
la mafia debba essere combattuta esclusivamente dal Presidente della
Regione. Posso combatterla dal Parlamento Europeo, dal Parlamento
italiano. Tutti possiamo, in qualche modo.
3)
C'è un movimento, guidato da De Magistris, l'"arancione"
che ha fra i suoi simpatizzanti Ingroia. Che pensi del movimento e di
Ingroia (anche in relazione alla sua polemica con Napolitano e alle
sue dichiarazioni sul caso Rostagno)?
Penso
tutto il bene possibile. Il Movimento Arancione è davvero una
ventata di ossigeno in un mondo politico asfissiato da polemiche
strumentali, lontano anni luce dalle proposte per il Paese. A questo
Paese servono soluzioni, programmi, lo sguardo sul presente e verso
il futuro. Ingroia è una persona di specchiata moralità, con un
elevato senso del dovere. Quella con Napolitano non è una polemica:
il Quirinale ha esercitato pressioni sulla Corte Costituzionale,
creando un clima inappropriato in un momento delicatissimo in cui le
Istituzioni, a cominciare dal Presidente della Repubblica, dovrebbero essere
al fianco di chi cerca la verità. Purtroppo accade il contrario e i
magistrati impegnati in prima linea nella lotta alle collusioni
mafiose si ritrovano isolati e delegittimati. Esattamente come nel
1992, se non peggio.
4)
Sei stata molto vicina all'IdV: credi che Di Pietro debba fare un
passo indietro? C'è un futuro per l'IdV?
Non
posso dire cosa dovrebbe fare Di Pietro. Quello che posso dire è che
ho fatto di tutto affinché si evitasse il tracollo di IdV, che
consideravo una potenziale risorsa per il Paese, ma sono stata presa
per guerrafondaia. Da alcuni dirigenti del partito sono stata
insultata, denigrata e infine allontanata. Sul futuro, avremo le
risposte dalle prossime elezioni politiche.
5)
Sei stata molto critica con Berlusconi, ora sembrerebbe ritornare a
candidarsi: perché, secondo te? E c'è ancora un rischio per la
democrazia?
Berlusconi
si candida sempre e solo per un motivo: sfuggire alla giustizia e ai
processi. Riguardo al rischio per la democrazia... sì, certo, ci
sarebbe qualora ci fosse il rischio di una sua elezione. Confido
nell’intelligenza e nell’amor proprio degli italiani: non credo
che vogliano tornare a vivere l’incubo già vissuto per un
ventennio. E’ tempo di cambiare e non si tratta di alternanza:
certi personaggi, primo tra questi Berlusconi, devono sparire dalla
scena politica. Questo Paese deve crescere e voltare pagina.
6)
Sei stata vicina all'area grillina, poi in polemica. Ora che il M5S
sembra destinato a un grande successo, puoi parlarmi della tua
esperienza con Grillo? E' davvero una minaccia per la democrazia?
In
realtà non ho polemizzato con il MoVimento 5 Stelle. E,
personalmente, nemmeno con Beppe Grillo. Lui mi ha rivolto degli
attacchi, alcuni evidenti altri meno, ingiustificati e
ingiustificabili. Ho chiesto spiegazioni pubblicamente. Ho chiesto
anche un confronto pubblico. Lui non ha mai risposto. Questa, per me,
non è democrazia. Diverso è il rapporto che ho con molti eletti del
M5S: spesso abbiamo collaborato per portare avanti battaglie e
iniziative comuni. Non posso generalizzare positivamente, né
negativamente. All’interno del M5S ci sono persone validissime, che
possono fare davvero tanto per il Paese. Altre, molto probabilmente,
saranno meno valide e meno utili al Paese. Credo sia così per tutti
i partiti o movimenti.
7)
C'è un malcontento generalizzato in tutta Italia contro la
cosiddetta "casta". Esiste qualche politico che tu
salveresti e qual è la formula tua personale per rinnovare l'Italia?
Hanno
ragione gli italiani ad essere esasperati di fronte alla saccenza con
cui certi politici approfittano della propria posizione e di fronte
all’arroganza con cui si concedono diritti discutibili. Il
privilegio di per sé è ingiustificabile. Bisogna solo saper
scindere il diritto dal privilegio. E’ anche vero che a volte la
rabbia spinge il cittadino a contestare anche ciò che non andrebbe
contestato, a perdere la lucidità. Ma di certo, in questo Paese, si
è esagerato. Rinnovare l’Italia richiede un impegno ben preciso:
intanto bisogna rinnovare la classe dirigente, che non è soltanto
quella politica. E bisogna farlo mettendo fine a favoritismi e
clientelismi per fare spazio al merito! Da troppo tempo, in Italia,
il merito non viene premiato. Anzi, viene irriso e sminuito.
8)
Parliamo di femminicidio e violenza sulle donne: non hai
l'impressione che lo Stato sia troppo lontano dalle vittime? Che
proporresti di fare politicamente?
Sì.
Il femminicidio è diventato ormai un’emergenza nazionale. I numeri
parlano chiaro. Ma le donne tormentate e uccise non sono numeri. Sono
esseri umani, le cui vite spezzate sono come coltellate nell’animo
del Paese. Due sono le prime mosse da fare: intanto delle massicce
campagne di comunicazione e informazione sul fenomeno della violenza
domestica e del femminicidio, per sensibilizzare l’opinione
pubblica e “educare” le nuove generazioni affinché sviluppino
gli anticorpi necessari a respingere forme di violenza di ogni tipo.
E, passo ancor più importante, introdurre un’aggravante per questo
tipo di delitto. Se una donna viene uccisa in virtù del suo essere
donna, il reato deve necessariamente essere considerato più grave.
Vale anche per delitti commessi per omofobia. Bisogna combattere la
discriminazione, di qualunque genere, con i fatti.
9)
All'interno del Parlamento europeo non sarebbe possibile porre
all'attenzione di tutti la tragedia che vivono le donne in Italia?
Quali sono le altre iniziative che possiamo portare avanti?
Sì,
certo che si può porre l’attenzione e personalmente l’ho fatto
con diverse attività parlamentari. E tutti possiamo portare avanti
delle iniziative, come ho già detto, volte a sensibilizzare
l’opinione pubblica. Ma l’emergenza deve essere affrontata
immediatamente dalle Istituzioni nazionali. Dal legislatore, in
primis.
10)
Quando ti vedremo candidata per la politica italiana e accanto a
quale schieramento?
Come
ho già dichiarato, nonostante le tante proposte di candidatura, ho
scelto di restare al Parlamento Europeo alla guida della Commissione
Antimafia. Sono stata votata per l’intero mandato e intendo onorare
l’impegno che ho preso, sono solita fare così. Solo la credibilità
può riavvicinare la politica alla gente. Sarebbe stato per me facile
candidarmi e rientrare in Italia ma quando si ricopre una carica
istituzionale così importante si deve anteporre l’interesse
collettivo a quello personale. Nel mio piccolo spero di rappresentare
un esempio anche per la maniera in cui sto difendendo la credibilità
della istituzione che presiedo.