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lunedì 4 giugno 2012

Il calcio e il rapporto con Beppe Grillo- Intervista a Gianluca Iovine.

Gianluca Iovine è un giornalista e sceneggiatore che si è fatto conoscere attraverso un libro, "Cercando Scirea", edito da Castelvecchi. Scirea diviene un simbolo (e chi ha vissuto i Mondiali del 1982 non può scordare un solo attimo di quell'avventura), ricreato attraverso spezzoni di vita privata e pubblica. Per chi l'ha visto giocare era un modello di eleganza, riserbo, signorilità; difficile trovare qualcosa di simile nel panorama calcistico attuale. Con la stessa passione, Gianluca s'impegna in politica, nel Movimento 5 Stelle di Grillo ed anche questa è un'occasione per poterci interrogare sul nostro presente in attesa di un futuro che, banalmente come sempre, ci si augura migliore. Il pregio maggiore di Gianluca, oltre alla conoscenza di ciò di cui scrive, è l'onestà accompagnata dalla rara obiettività che pochi tifosi di calcio e/o di politica mostrano di avere.


1) Perché proprio Scirea? Sei un tifoso della Juventus?


Da ragazzo tifavo Juventus ed ero felice di completare la formazione sull'album Panini. Di Scirea mi colpiva il viso irregolare e quel neo sul volto. Poi venne il tempo di vederlo giocare, anche in Nazionale. Fu allora che capii che campione era. Più tardi mi innamorai della sua anima silenziosa. Mi stupiva che fosse amato dagli avversari, che si sforzasse di non apparire mai, che non cercasse mai una prima pagina. Era proprio la sua indole. Con il carattere di Mariella (la moglie, n.d.r.) e il talento di Gaetano sarebbe venuto fuori un secondo Platini.
Attraverso la vita di Scirea, per metafora, si parla del Paese, dei suoi cambiamenti, dell'importanza della memoria. E chiunque abbia nostalgia, come me, di suo padre, anche se non era una campione di calcio, può rintracciarlo in quelle pagine. Perchè Cercando Scirea molte cose nascoste, anche di sè stessi possono essere riscoperte.


2) Credi che il calcio, ai tempi di Scirea, fosse diverso da quello attuale? Mi sto riferendo ai recenti scandali sulle partite truccate.


Non era poi così diverso, e ce lo dice Carlo Petrini nei suoi libri. Gli scandali però erano percepiti come un'eccezione, e non macchiavano un intero campionato. Ecco, da questo punto di vista, era un'altra epoca, perchè chi sbagliava aveva di fronte tifosi e addetti ai lavori che avevano principi più chiari, più puliti.


3) Di chi è la colpa? E che cosa si può fare per fermare il fenomeno?


La colpa è del denaro, e della debolezza e dell'ipocrisia degli esseri umani. Vale per il calcio, ma potrebbe valere per la politica, per la fede, per l'economia. Bisogna tornare alle radici, all'essenzialità. Personalmente penso sia una vergogna che aziende che si occupano di scommesse sponsorizzino il Campionato.


4) Come giudichi le affermazioni di Buffon sia sui pareggi indolori che contro la stampa? Come capitano ha qualche dovere in più?

Buffon è uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, e forse anche per qusto dovrebbe riflettere su quello che dice, sull'effetto che ha. E' un portiere, ma non può parare ogni cosa considerandolo un attacco personale. Se la magistratura lo riterrà chiarirà la sua posizione. Io credo che però un Campione non dovrebbe avere comportamenti così leggeri e usare certe affermazioni. Dovrebbe ricordare che chi difende la porta della Nazionale è il campione di tutti e deve dare l'esempio. Ma forse queste mie affermazioni sono del tutto fuori tempo.

5) Due proposte forti: quella di Monti di sospendere il campionato per 2 anni, quella di Prandelli di non presenziare agli Europei. Che ne pensi?

Quella di Monti era una provocazione, per dire che siamo di fronte a un verminaio e l'idea di risolvere tutto al ritmo del "presto e bene" è sbagliata. Prandelli credo che abbia voluto allentare la tensione ed essere rassicurato dalle istituzioni. Motivi per non presenziare agli Europei ce ne sarebbero: in primis le sevizie in carcere alla Timoshenko e l'aberrante sterminio dei cani randagi per ripulire le strade di Euro 2012. Cose che infatti non mi faranno vedere gli Europei. Credo che Prandelli tenga molto a questa competizione e stia comunque facendo del suo meglio in un momento particolarmente difficile per il calcio e la società italiani.

6) Altro fenomeno inquietante: il comportamento delle tifoserie. Non lo si riesce ad arginare perché qualcuno ha interesse a non farlo?

Il tifo è molto cambiato, negli anni. Io penso che le società abbiano poca indipendenza rispetto al tifo. Che in certi casi diviene vero e propio ricatto, o intimazione. In fondo anche la tessera del tifoso e i tornelli non hanno certo risolto il problema. Dunque, più che reprimere bisogna affrontare il problema partendo dalle nuove generazioni, dalla scuola, insegnando il valore del calcio pulito, la necessità delle regole, il senso della sconfitta. Chi impara a perdere ha imparato tutto, del tifo.

7) Sei impegnato attivamente in politica. Perché il M5S?

Il mio è un impegno da simpatizzante.Sì, mi sono candidato alle regionali in Campania, prendendo 42 voti e ricavandone una bella esperienza umana.  I miei amici di Napoli, loro sì stanno cambiando il quotidiano della città. Io cerco di seguire, in modo critico, spesso, le dinamiche del Movimento, e di confrontare la mia opinione. Credo in una rivoluzione delle coscienze e delle culture. Se potessi, inonderei di libri gli italiani. 

8)  Quindi non ti riconosci nell'etichetta di "grillino". Delle critiche a Grillo che pensi?

Non è un'etichetta esistente. Diciamo che è usata per comodità giornalistica. Sulle critiche a Beppe Grillo penso che sono utili prima di tutto a lui, per arginarne l'esuberanza, che a volte è eccessiva, e a noi del Movimento, per capire che dobbiamo rimanere teste pensanti e cittadini liberi, sempre. 

9) Forse non è esistente, ma ammetterai che i seguaci di Grillo raramente accettano critiche sull'operato del loro guru. Questo non ti fa paura?

Per fortuna non è così. Io non credo ai guru. Credo all'onestà, di chiunque possa e voglia far qualcosa per una comunità, per piccola che sia. Questo significa esporsi a critiche, confrontarsi, collaborare e anche affrontarsi. Beppe Grillo lo conosco, ma non così nel profondo da sapere cosa ha davvero in animo. So che se voleva arricchirsi e sfruttare la gente, ha di certo scelto la via più difficile.   Io credo che a lui per primo non stia bene questa società corrotta. Però mantengo sempre vigile il senso del dubbio. Perchè nessuno può porsi al di sopra degli altri.  Mi fa paura la falsità. Le parolacce mi danno fastidio ma non mi fanno paura, temo di più l'ipocrisia e la violenza, in politica. Per fortuna non tutti i sostenitori sono aggressivi.Ci può anche stare che qualche sostenitore del Movimento si arrabbi per le critiche a Beppe Grillo, ma vale per qualsiasi tipo di militanza: tu prova a dire a quelli di SEL che Vendola è pro inceneritori, chiunque tende a difendere un progetto politico se ci si riconosce.  

10) Dopo esserti occupato di Scirea, stai lavorando a qualche altro romanzo?

Ho scritto un romanzo: "Il gigante al tramonto". E' la mia storia, e quella di mio padre, distorte, imbrogliate,e sconvolte e persino addolcite dal cancro. Un libro che non credo pubblicherà mai nessuno. Perchè c'è dentro una vita uguale a tante, troppe altre.




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