Se io fossi operaio non saprei se votare sì o no, se annullare la mia dignità per un posto di lavoro, se accettare un ricatto che non ha uguali.
Se io fossi operaio guarderei la mia famiglia e mi chiederei se posso permettermi un sussulto d'orgoglio che pagherebbero poi i miei figli oltre a me.
Se io fossi operaio mi sentirei dilaniato a dover scegliere fra la mia sopravvivenza e la solidarietà agli operai, uguali a me, della FIOM.
Ma se io fossi Fassino o Berlusconi tacerei.
Tacerei anche se fossi Vendola, o qualsiasi altro politicante.
RispondiEliminaE cercherei la verità, perché avrei l'impressione di non averla sentita da nessuno.
Concordo su Vendola, Franco. Un' imbarazzante ed inopportuna passerella.
RispondiEliminasiamo rovinati, ci fanno di tutto e ce lo vendono per buono... Pietà. Rocco
RispondiEliminaNon è solo un fatto relativo agli operai della Fiat, tutti i giovani infatti ogni giorno combattono con questo ricatto: è difficile scegliere tra il lavorare e avere un attimo di orgoglio.
RispondiEliminaIn quanto ai politicanti, che ti aspettavi Lara? loro hanno il sedere al caldo. Baci, Ninni
purtroppo non si dovrebbe decidere quando la scelta è un ricatto..ma di orgoglio non si vive. E marchionne e company lo sanno.bentornata.
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