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mercoledì 6 ottobre 2010

Non può essere stato lui, io lo conosco.

Non so se l'avete notato ma ogni volta che una notizia di cronaca ci parla di un omicidio, di violenza, di pedofilia c'è sempre qualcuno che rimane incredulo e che è prontissimo a giurare che quella persona, il condannato, era davvero al di sopra di ogni sospetto, che mai avrebbe potuto compiere un atto simile. Da quando Facebook è entrato nelle nostre vite, la tendenza si è accentuata ed ampliata. Non credo si possa parlare di cattiva fede, solo di una pericolosa commistione fra passato e presente, di impressioni che vogliono sostituirsi al percorso della Giustizia, di superficialità in sintesi. Quando arriva una condanna sono trascorsi anni, specie se questa è definitiva. La persona che si dice di conoscere, con la quale si è condiviso qualche piacevole momento su FB non viene giudicata dal Tribunale per il suo presente ma per quello che ha fatto in passato, quando non era fra i vostri contatti, quando voi non lo conoscevate. E' cambiato questo individuo nel tempo? Può darsi, ce lo auguriamo tutti, ma il reato commesso rimane. E su quello si pronuncia la Giustizia, non sul suo account o sui link più o meno simpatici che ha postato.
"Io lo conosco": chi può affermare di conoscere un'altra persona? Ritengo solo chi ha vissuto con questa persona, chi ha condiviso quei giorni e quelle notti, chi c'era. I giudici non vanno ad impressioni, si attengono ai fatti, raccontati da chi appunto c'era e riscontrati. Quando si parla di falsi abusi bisogna ricordare questo: stanno parlando le persone coinvolte, in tempi e luoghi che sono diversi da quelli virtuali. Quando qualcuno denuncia un individuo per le violenze subite, a parlare sono i fatti non chi ha condiviso un link su FB con quell'individuo e per questo osa mettere in dubbio le parole della vittima.
E a giudicare è il Tribunale.

1 commento:

  1. Una posizione che condivido. Non si possono osannare i giudici solo quando giudicano chi ci è politicamente contro oppure non ci sembra moralmente accettabile. Nei processi si portano prove e testimoni, non sensazioni.
    Portatemi una statistica su quante conoscenze in rete diventino reali e soprattutto durature. 'Io lo conosco'... lo dicono di molti sconosciuti.

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