Non so se l'avete notato ma ogni volta che una notizia di cronaca ci parla di un omicidio, di violenza, di pedofilia c'è sempre qualcuno che rimane incredulo e che è prontissimo a giurare che quella persona, il condannato, era davvero al di sopra di ogni sospetto, che mai avrebbe potuto compiere un atto simile. Da quando Facebook è entrato nelle nostre vite, la tendenza si è accentuata ed ampliata. Non credo si possa parlare di cattiva fede, solo di una pericolosa commistione fra passato e presente, di impressioni che vogliono sostituirsi al percorso della Giustizia, di superficialità in sintesi. Quando arriva una condanna sono trascorsi anni, specie se questa è definitiva. La persona che si dice di conoscere, con la quale si è condiviso qualche piacevole momento su FB non viene giudicata dal Tribunale per il suo presente ma per quello che ha fatto in passato, quando non era fra i vostri contatti, quando voi non lo conoscevate. E' cambiato questo individuo nel tempo? Può darsi, ce lo auguriamo tutti, ma il reato commesso rimane. E su quello si pronuncia la Giustizia, non sul suo account o sui link più o meno simpatici che ha postato.
"Io lo conosco": chi può affermare di conoscere un'altra persona? Ritengo solo chi ha vissuto con questa persona, chi ha condiviso quei giorni e quelle notti, chi c'era. I giudici non vanno ad impressioni, si attengono ai fatti, raccontati da chi appunto c'era e riscontrati. Quando si parla di falsi abusi bisogna ricordare questo: stanno parlando le persone coinvolte, in tempi e luoghi che sono diversi da quelli virtuali. Quando qualcuno denuncia un individuo per le violenze subite, a parlare sono i fatti non chi ha condiviso un link su FB con quell'individuo e per questo osa mettere in dubbio le parole della vittima.
E a giudicare è il Tribunale.
Una posizione che condivido. Non si possono osannare i giudici solo quando giudicano chi ci è politicamente contro oppure non ci sembra moralmente accettabile. Nei processi si portano prove e testimoni, non sensazioni.
RispondiEliminaPortatemi una statistica su quante conoscenze in rete diventino reali e soprattutto durature. 'Io lo conosco'... lo dicono di molti sconosciuti.