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venerdì 8 ottobre 2010

Pena di morte? -Un discorso impopolare

Mi pongo una domanda da almeno venticinque anni: è giusta la pena di morte? La mia risposta è cambiata più volte nel tempo, alla sicurezza del "sì" quando ero adolescente sono subentrati i dubbi. Di natura logica, innanzitutto: se condanno un omicidio posso poi volere che sia compiuto addirittura dallo Stato? Ci sarebbe la questione deterrente ma è provato che le Nazioni che applicano la pena di morte non hanno visto nessun calo di reati. A chi e a che cosa servirebbe, allora?
Credo che chi invoca la pena di morte sia mosso da un bisogno di giustizia immediata e sicura. Troppe volte chi compie delitti gravissimi si appella all'incapacità d'intendere e volere, viene affidato ad istituti non meglio specificati e la sensazione che rimane è quella di una sostanziale impunità.
Oppure, dopo lunghi anni di processi, riesce ad ottenere sconti sulla condanna per buona condotta e anche l'ergastolo ormai nei fatti non lo sconta più nessuno.
Quindi, non c'è l'immediatezza né la certezza della pena. Ma.
Quando è stata uccisa Teresa Lewis ho rivisto la mia posizione sulla condanna a morte. Colpevole di omicidio. Con problemi psichici.
Portata al macello in una stanza dove le è stata praticata l'iniezione mortale. Impaurita. Non ho letto gli atti del suo processo, non posso sapere se davvero fosse malata o no. Posso immaginare che la vittima del suo omicidio avesse avuto lo stesso suo terrore negli occhi e che non è stato per questo motivo risparmiata né ha goduto di una morte indolore. E' giusto?
Io credo di sì. Credo che lo Stato abbia il dovere di punire i crimini ma che lo debba fare in modo da condannare la barbarie che è stata usata dal colpevole proprio per evitare che qualcuno possa rifarlo, per educare al rispetto della vita, dell'altro.
In questo momento ci sono dei ragazzi che ci stanno guardando, che ci ascoltano, che prenderanno esempio da noi. E' difficile mantenere la calma, far parlare la ragione, ma noi adulti lo dobbiamo fare. Per loro. Perché chi adesso sta gridando alla pena di morte poi a quegli stessi ragazzi deve spiegare che è sbagliato applicarla su Sakineh.
E' una responsabilità grande e non dipende da un'entità astratta, dipende da ognuno di noi.

 

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