http://www.repubblica.it/politica/2010/09/19/news/causa_guzzanti-7221751/?ref=HREC1-7
Leggo il titolo del giornale e penso "Ecco, siamo alle solite". Sì, sono un tantinello prevenuta, lo confesso.
Allora mi addentro nella lettura, perché, mi dico, bisogna conoscere i fatti prima di giudicare: non è che hai ragione solo perché ti chiami Sabina Guzzanti.
Con mio stesso stupore, attenendomi ai fatti, devo riconoscere che il magistrale autore non ha torto: ha scritto un testo, è stato adoperato senza chiedergliene il consenso, l'operazione potrebbe configurare la violazione del diritto d'autore. Ma ecco il ma: non è questa l'ipotesi di reato, ci tiene a precisare Vantini, non è per quello che è indignato e ricorre al Tribunale con il beneplacito dell'ispiratore nonché utilizzatore finale dell'inno.
Che è stato composto (non l'avevamo capito, grazie per avercelo ricordato) per celebrare b.
In sostanza, il delitto, oltre che ovviamente la lesa maestà, sarebbe l'ironia. Una figura retorica , usata da millenni, il cui significato sembra sfuggire al nostro.
Se avesse la bontà di perdere un paio di minuti nella consultazione di un qualunque buon dizionario (se proprio volesse esagerare c'è un ottimo testo di Gian Luigi Beccaria per i tipi dell'Einaudi) farebbe cosa grata alla Giustizia italiana che ha cosette un po' più serie a cui pensare e di nuovi, inutili, processi mi pare non abbia alcun bisogno.
Un grazie doveroso, comunque, glielo devo: non conoscevo il documentario "Berlusconi show" trasmesso dalla BBC e coimputato nella causa. Uso improprio della sua denuncia?
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