Cerca nel blog

lunedì 13 settembre 2010

Intervista a Mina Welby- Parte seconda

6)D:  Hai sempre incondizionatamente accettato la volontà di Piergiorgio?

  R: Tutta la vita eravamo d'accordo su tutto. Quando aprì il forum eutanasia sul sito di www.radicali.it mi si gelò il sangue. Più che non essere d'accordo sul modo di uscire da questa vita, non volevo proprio che morisse, non mi lasciasse sola. Ne parlo in modo molto aperto nel mio libro l'ultimo gesto d'amore per i tipi di Noubs Edizioni.Io che tutta la vita non ho fatto altro che cercare modi per migliorare la qualità della sua vita, sentivo esaurite tutte le risorse di inventiva e possibilità per aiutarlo ancora e ancora un po'. L'ultima settimana gli ho detto, in lacrime: "Piero, non ho più nulla da inventarmi per aiutarti a vivere...". "Non c'è più niente da inventare, è tutto finito". Queste sono state le sue parole. I dolori al cuore, come lui diceva e l'insonnia per il continuo senso di soffocamento ne furono la causa per cui la terapia ventilatoria era diventata un tormento, una tortura. Voleva esserne liberato. Potevo, dovevo solo capire. È costato molto dolore.

7) D: Una delle critiche più costanti riguarda la possibilità di una guarigione futura: qual è la "vostra" risposta?

   R:"Dal corpo dei malati al cuore della politica", uno slogan di Luca Coscioni. La nostra Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, lotta proprio per questo. Libertà nella ricerca per avere più possibilità per i cittadini, per il genere umano di migliorare la vita. Ricerca anche sulle cellule staminali embrionali. Sappiamo che la morte è di tutti, ma vorremmo che la qualità della vita migliori specialmente per coloro che o fin dalla nascita o in un momento della vita vengono colpiti da terribili patologie invalidanti progressive, abbiano la possibilità di curarsi e sperare.

8)D:  La vita è un valore da salvaguardare sempre ed assolutamente o viene prima la dignità dell'individuo?

    R: La dignità dell'individuo ha la precedenza nei miei valori etici. È la persona che decide la precedenza nella scala dei valori. Chi cura dà dignità. Ricordiamo però che persone che sono in estrema necessità e qui non faccio l'elenco di tutto ciò di cui un malato terminale possa aver bisogno. So che i malati stessi sopportano con grande difficoltà e con senso di profonda umiliazione tutti gli interventi delle cure personali. Quindi serve grande capacità di empatia e rispetto.

9)D:  Il papà di Eluana non ha mai voluto mostrare le reali condizioni della figlia: condividi la sua scelta?

    R: Ho sempre condiviso pienamente le scelte di Beppino Englaro di non voler mostrare la figlia nello stato in cui si trovava. So che lo fece per rispettare Eluana. Era una ragazza molto bella e lei non sarebbe stata d'accordo di farsi vedere in uno stato di distruzione della sua immagine.Si disse che Welby si era mostrato. Welby ha deciso per se stesso. Eluana non lo poteva fare più. Il papà ha deciso bene per lei.

10)D:  Sei ancora credente nel Cattolicesimo?

     R:Certamente, non ho cambiato per nulla. Anzi ho ripensato la mia fede in rapporto all'amore per la persona più vicina a me. Cosa vuol dire rispettare la persona e venire incontro alle sue aspettative. Proprio nella luce della fede. Dare dignità alla persona significa anche entrare nei suoi ragionamenti e saper condividere le sue sofferenze. La dignità di chi cura non è più alta di colui che è nel bisogno. Il rapporto tra loro non può diventare un gioco del gatto con il topo. Capire ed accompagnare, non solo a parole, anche chi rifiuta terapie è difficile e sembra impossibile, ma dovrebbe diventare materia di studio approfondito dal punto di vista etico-filosofico, medico e giuridico e, non ultimo religioso, ponendo al centro l'uomo, per arrivare a una mentalità aperta per le esigenze gravi altrui.

11)D:  Se guardi alla tua vita, a Mina, non credi di aver sacrificato tanto, troppo?

    R:Quello che dici dipende molto da cosa ci si aspetta dalla vita e come la si concepisce. Io sono stata e sono ancora molto felice. Mi sono sentita amata. Non avevamo molte cose, ma quello che potevamo fare lo abbiamo fatto con piacere e soddisfazione. Non abbiamo avuto figli, ma casa nostra echeggiava sempre delle risa e chiassi dei bimbi, delle didascalie degli studenti, le loro ansie per i prossimi esami e di tanta bella musica classica e anche leggera dei migliori musicisti moderni italiani e stranieri e .... delle nostre risate. Piergiorgio disse una volta: "abbiamo avuto tutto dalla vita, ora dobbiamo capire che è finita."

Nessun commento:

Posta un commento