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lunedì 27 settembre 2010

Sakineh sarà impiccata: non nel mio nome.

http://www.corriere.it/esteri/10_settembre_28/sakineh-condanna-morte-impiccagione_a9b327c8-cac0-11df-8d0c-00144f02aabe.shtml
Aveva negato ci fosse stata una sentenza contro Sakineh. In attesa di acquisire legittimità per ammazzarla. Ora chiede che non ci siano strumentalizzazioni politiche, dopo aver strumentalizzato l'assassinio di Teresa Lewis per giustificare il suo. E' ancora una volta una partita sporca, maledetta, infame che viene giocata sulla pelle delle donne. E non si può tacere. Non esiste un omicidio legittimo, né se proviene dagli Stati Uniti né dall'Iran. E' l'applicazione della legge barbara del taglione e il no deve essere gridato ancora più forte. Perché è ricattatorio. Perché si fonda sull'illogico assunto che se ammazzi tu lo posso fare anch'io. Perché si sta cercando ogni pretesto per ammazzare una donna con il nostro consenso. Non vi sta bene la lapidazione? La impicchiamo. Non regge l'accusa di adulterio? C'è quella per omicidio. Sakineh sarà impiccata per assassinio, quello di Teresa Lewis. Ma non l'ha ammazzata lei.

4 commenti:

  1. Rosalinda, ritroviamole le parole. Ci stanno manovrando, ci riducono al silenzio con pratiche ricattatorie e devianti. Non è stata Sakineh ad ammazzare Teresa Lewis, non è stata lei.

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  2. SENZA PAROLE SENZA BANDIERE SENZA GIUSTIZIA SENZA UMANITA APPLICONO LA LEGGE DEL DENTE PER DENTE INORIDITA DICO BASTA GIOCARE CON LA VITA DELLE DONNE NEL MONDO

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  3. se fosse vero che ha ucciso, la legge dice: uccidiamo. Bene, la pena di morte è omicidio. Non si risponde a morte con la morte, non si risponde a male col male. I musulmani non sono meglio degli americani. Almeno in questo l'Italia può essere d'esempio: niente pena di morte, al massimo qualche anno di galera. Siamo democratici.

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