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giovedì 23 settembre 2010

Lotta alla mafia. Intervista a Giulio Cavalli

Giulio Cavalli ha 33 anni, ma è da almeno dieci anni che fa sentire forte il suo impegno a teatro, attraverso la scrittura, in politica. Un impegno che l'ha portato a denunciare, incessantemente, il marcio che sta consumando l'Italia. Perché la mafia non è solo a Sud. Oggetto di intimidazioni mafiose, dopo la messa in scena nel 2008 di "Do ut des", in cui racconta dell'ascesa di un aspirante picciotto a sindaco di Mafiopoli, è stato eletto consigliere regionale nelle fila dell'IdV per la Lombardia. Fonda il primo gruppo interistituzionale che si occupa di indagare sulle infiltrazioni mafiose negli appalti per l'Expo 2015. Chi lo segue su FB assiste ad una messe spaventosa di continue denunce attraverso ogni mezzo, in una profusione di energie che ha dell'incredibile. E senti che ci crede. Nonostante le minacce, o forse proprio per quelle, Giulio non si ferma, è instancabile, indomito. Ed allora ci devi credere anche tu. Glielo devi.


D: Spetta ad un artista denunciare le connivenze mafiose? E' giusto che tu o Saviano siate oggetto d'intimidazioni?

R: Credo che spetti a tutti. Che sia un errore grossolano delegare questa battaglia solo alle forze dell'ordine e alla magistratura e che potrebbe essere finalmente giunta l'ora della consapevolezza che per vincere bisogna che ognuno faccia la sua parte. Secondo la propria professione, come dice l'articolo 4 della nostra costituzione. E non abituarsi a trovare ingiuste le minacce a chiunque.
 
D: La mafia settentrionale è diversa da quella che ci viene mostrata nelle fiction?
R: E' la stessa. Che al Nord arriva per fare affari. Che ha bisogno di nascondere soldi e ci riesce solo dove circolano molti soldi. al nord, appunto
 
D:Sei consigliere regionale in Lombardia. Chi hai al tuo fianco e chi ti ostacola nella denuncia delle infiltrazioni mafiose?
 
R: Nel Consiglio Regionale Lombardo il problema della criminalità organizzata è praticamente assente nell'agenda politica del centro destra e svilito a bassa propaganda in molti uomini del centro sinistra.
 
D:Al Nord c'è lo strapotere della Lega. Come si spiega il proliferare di attività mafiose con i loro proclami?
 
R: La Lega ha costruito la propria politica parlando di un'ipotetica superiorità del Nord nei confronti del Sud. Oggi ammettere che gli imprenditori e i politici lombardi sono corruttibili come (e forse più) dei colleghi meridionali sarebbe come ammettere il proprio fallimento politico. Che nei fatti si è già avverato da tempo.
 
D: Si può fare politica e rimanere puliti?
 
R: Questo è un giochetto infame che viene ventilato spesso. Spesso più dai vip dell'antimafia che dagli altri. Mafia è politica: senza la politica la mafia non esiste, quindi la buona politica è uno degli strumenti per l'antimafia. Se la politica "sporca" era sporco Peppino Impastato? Era sporco Pio La Torre? Era sporco il sindaco Vassallo? Non credo.
 
D: Per sconfiggere la mafia quali provvedimenti dovrebbe attuare il Governo?
 
R: Il Governo dovrebbe almeno cominciare a NON fare provvedimenti che sicuramente negli ultimi anni hanno favorito le mafie: lo scudo fiscale, la continua delegittimazione della magistratura, l'impoverimento cronico di uomini e mezzi nelle forze dell'ordine. 
 
D:Quali sono le priorità del Paese?

R: Lavoro, rispetto della Costituzione, Legalità e Responsabilità. Se dovessimo dirla in poche righe un recupero di cittadinanza consapevole.
 
D: Noti anche tu un risveglio delle coscienze?
 
R: Io sono molto ottimista. Girando l'Italia vedo giovani e non che hanno un'energia incredibile e lavorano con ostinazione a questa rivoluzione morbida.
 
D:Che cosa ti spinge a non desistere?
 
R: I miei figli.
 
D:Ti senti (ti fanno sentire) solo?
 
R: Spesso. Più gli amici falsi cortesi che i miei nemici dichiarati. 

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